Bob/Frank fic. Taking a Chance
May. 6th, 2008 12:08 am![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo Taking a Chance
Autore Ginny aka
chainer_morgana
Rating NC17
Pairing Bob/Frank (MCR)
Disclaimer Posso assicurarvi che non li conosco…sono solo un paio delle mie multiple personalità e…Damn, anche oggi ho scordato di prendere le mie pilloline colorate :P
Parole 5.206
Dedica A
raffie79, la mia adorata beta che mi ha dato l’idea, ha sopportato l’attesa e soprattutto me e le mie crisi quando pensavo di non poter scrivere questo pairing. Ti amo piccola, grazie di tutto.
E a
babyara, senza la quale non sarei mai arrivata a scrivere questo pairing (e neppure questo fandom…guarda cosa mi hai fatto!! Ahahah) e che mi ha sostenuto e consigliata. Grazie!!
Commenti si, vi prego. È la prima volta in questo fandom e con un pairing che decisamente non è “il mio”, ho bisogno della vostra opinione ;)
NOTA La fic resterà non lockata per un mese, per permettere ad un paio di persone senza lj di essere letta, poi diventerà friends-only come tutte le altre. Chi volesse poterla rileggere o volesse rileggere le altre mie fic mi aggiunga ai suoi friends e probabilmente verrà aggiunto back ;) Grazie!
Indice delle mie fic Qui
Lo guardi di nascosto mentre spintona l’uomo con cui poco prima stava discutendo nel locale. Li hai visti per caso mentre decidevano di uscire fuori, lui ti ha fatto cenno di non seguirlo e per un attimo hai seriamente pensato di ubbidirgli, di rimanere seduto al tuo tavolo con quella brunetta che pendeva dalle tue labbra, pronta ad aprire le gambe ad un tuo gesto; perché forse non sarà esattamente corretto, forse non seguirà esattamente quelle stronzate che propinate in giro tutti i giorni sul diritto delle donne a non essere un oggetto sessuale, ma sei pur sempre un uomo e ogni tanto hai bisogno di scopare e fanculo la morale. Le ragazze non sono neppure il tuo genere preferito a dirla tutta, ma hai imparato tanti anni fa, quando ancora eri un tecnico, guardandoti attorno, che nel momento in cui sei un musicista famoso non puoi permetterti di andare a letto con chi vuoi. Rimorchiare un ragazzo, magari addirittura un fan, e rischiare che il mattino dopo lo metta in internet sarebbe un suicidio. Gira già abbastanza merda su di voi, sulla vostra band. Le prove che la vostra eterosessualità si è persa anni prima, tra un bus senza alcuna privacy e un tour con una donna ogni dieci uomini, farebbe incazzare troppa gente, troppi genitori, e l’ultima cosa che vi serve è perdere quei quattordicenni pronti a spendere la paghetta sul vostro ultimo cd o su qualche maglia del merch che desiderano solo perché era accanto a Gerard in quella foto così bella.
Quando l’uomo lo spinge indietro a sua volta smetti di pensare a tutto il resto, concentrato su cosa sta accadendo. Non vuoi intervenire, non sono affari tuoi. Ora che è illuminato dal lampione riconosci quel ragazzo come uno dei tecnici di una delle altre band del festival, hai visto lui e il biondo, che sta lì dietro a controllare, caricare un camion poche ore prima tra una birra e l’altra, l’hai visto guardar male Frank che faceva decisamente troppo casino e saltava qua e la. Un insetto fastidioso. Forse è da lì che è cominciato tutto e se così fosse non potresti biasimare lo sconosciuto per volerlo uccidere. Almeno un paio di volte al giorno pensi anche tu che ammazzarlo sarebbe un’ottima soluzione, solitamente al mattino, quando maledici il sole per essere sorto dopo la sbronza della sera prima e lui ti salta sulla schiena e quella risatina quasi femminile ti arriva ad un centimetro dall’orecchio, facendoti esplodere del tutto la testa che già pulsava. Ti concentri sulla scena, cercando di ignorare lo stordimento della sesta birra, quasi ridacchiando tra te e te a come Frank schiva facilmente il primo pugno abbassandosi appena. Allora essere alto quanto uno gnomo da giardino serve a qualcosa, pensi vergognandoti di te stesso per la battuta, dando poi la colpa all’alcool perché avanti, lo sanno tutti che lì dentro sei l’unico a mantenere un po' di contegno, se ti metti anche tu a fare certe battute è la fine. Al secondo colpo non è così fortunato. Il pugno lo colpisce dritto allo zigomo e lui barcolla indietro. Ti devi sforzare per non correre lì e dividerli, ma ancora non sono fatti tuoi e di sicuro un pugno non ha mai ucciso nessuno. Colto di sorpresa Frank rimane fermo, la mano poggiata sulla guancia, la faccia sconvolta, come se fosse stato convinto, fino ad un minuto prima, che nessuno l’avrebbe mai preso a pugni sul serio.
È quando lo stronzo lo colpisce ancora, approfittando del suo momento di debolezza, che smetti di pensare e corri verso di loro. Ora il naso gli sta sanguinando e non permetti a nessuno di ferire così il tuo amico. Sarà anche un nanetto fastidioso, forse spesso lo vorresti uccidere, ma questo non cambia che è uno dei tuoi più cari amici e che nessuno lo può picchiare se non te.
Quando ti metti in mezzo ai due, parando con una mano il nuovo pugno diretto a Frank, sei quasi sicuro di sentirlo sorridere alle tue spalle. Ti muovi appena per tenere stretto il polso dell’uomo, stortandolo mentre gli sputi lì una qualche minaccia imparata a memoria negli anni. Quello prova ancora a divincolarsi, ad insultarti, ma ti limiti a girargli il braccio ancora un po', e nel momento in cui capisce dalla tua espressione che sei prontissimo a romperglielo, bofonchiando scuse miste ad insulti, se ne va.
Subito senti la fronte del tuo amico premerti in mezzo alle scapole, il fiato veloce e caldo che penetra la maglietta leggera
-Grazie- ti sussurra con la voce alterata dal naso che sta probabilmente gonfiando
-Di niente. Sei un idiota. – dici tranquillo senza neppure voltarti, lo sguardo ancora fisso sul tecnico che si dirige verso il parcheggio, nella speranza che non faccia altri danni. Solo quando è ormai scomparso dietro l’angolo finalmente ti giri verso Frank. Non troppo gentilmente gli prendi il mento con una mano, muovendogli appena il volto per capire se ci siano danni. Non ti interessa se gli stai facendo male, se lo merita per essere stato un incosciente, per aver rischiato di farsi molto peggio di così.
-non dovrebbe essere rotto- dici tranquillo, sfiorandogli il naso con le dita della mano libera. Frank sussulta e geme, adesso gli stai decisamente facendo male, ma è per una ragione e comunque, magari, almeno la prossima volta si ricorderà il dolore ed eviterà di ficcarsi in una situazione simile
-ho la sensazione che sia mortale invece – cerca di fare una smorfia, ma subito cambia idea
-Ti sei fatto di peggio sul palco e comunque sei fortunato, se non intervenivo non te la saresti cavata con così poco- sorride appena
-potevo difendermi da solo- Per un attimo ti trovi ad osservare quanto sia adorabile con l’espressione sdegnata di chi è stato sottovalutato accompagnata dalla smorfia di dolore
-Certo, stavi parando benissimo i colpi con la faccia infatti- sposti le dita dal suo volto, pulendo il sangue sulla sua maglietta -è di Mikey, ti ucciderà- fai un mezzo sorriso, pulendoti anche la mano con cui gli hai tenuto il mento
-dubito lo farà quando saprà come si è macchiata. Adesso andiamo, hai bisogno di mettere del ghiaccio e di lavarti-
Nessuno dei due parla durante il tragitto verso il bus. Senti il suo fiato quasi irregolare adesso che è costretto a respirare dalle labbra socchiuse, cammina a testa bassa accanto a te, pulendosi di tanto in tanto il sangue con la manica della felpa. Non ha chiaramente le forze di parlarti e tu, dal canto tuo, non vuoi dirgli nulla. Di nuovo ti appare più vulnerabile, con la sua testa abbassata e il respiro elaborato, mentre si muove tranquillo, come un comune mortale, anziché saltare qua e la o correre ridendo. Nonostante tutto quello che hai pensato fino a quel momento sul meritarselo odi vederlo così, odi ricordarti che anche per lui spesso il mondo fa schifo, che anche se ride e scherza non sempre significa che sia felice. Non vuol dire neppure che in quel momento sia particolarmente infelice, sta solo soffrendo un po' fisicamente, ma è lo stesso un terribile promemoria di come qualcosa potrebbe cambiare Frank un giorno, il tuo Frank. Scuoti la testa a te stesso a quel pensiero. Frank non è tuo, non lo è mai stato, non lo sarà mai e non ti interessa averlo. Siete solo amici e nient’altro. Lui si diverte a tormentarti, tu ti diverti ad assecondarlo e riempirlo di vuote minacce. Solo amici. Ti ripeti quasi dovessi convincertene.
Quando salite sul bus gli fai cenno di mettersi sul divano e vai nel piccolo bagno a prendere la cassetta del pronto soccorso. Devi ricordarti di far ricomprare un po' di cose, vi siete medicati tutti troppe volte dopo gli show e le scorte cominciano a scarseggiare. Con un sorriso torni da Frank, gettandogli addosso un asciugamano umido
-pulisciti la faccia- gli dici distratto mentre apri la scatola arancione e tiri fuori crema e disinfettante. Con la coda dell’occhio lo vedi muoversi, sussultare appena, e poi senti lo straccio bagnato e ormai sporco arrivarti sul braccio nudo. Ti giri a fulminarlo, sul suo viso ancora i segni rossi che non ha pulito. Alzi un sopracciglio per chiedergli perché, sperando creda ancora un po' nei tuoi atteggiamenti minacciosi, ma rassegnato all’idea che probabilmente ha smesso di farlo neppure un mese dopo la tua entrata nella band.
-mi fa male- ti risponde imbronciato
-è il risultato di farsi prendere a pugni da uno stronzo- gli rilanci addosso l’asciugamano –ma non posso farci nulla se prima non ti pulisci- Frank ci pensa un attimo, poi scuote la testa
-Per pulirmi mi faccio più male, quindi mi fermo. Perché mai dovrei farmi male da solo?-ribatte in tono logico. Lo guardi male
-Perché mi sta venendo voglia di fartene tanto io se non la smetti?- ti sorride, mandando all’aria le tue speranze di farti ubbidire
-Ma Bob…tu non faresti mai del male ad un amico che sta soffrendo, no?- rotei appena gli occhi e lui sorride, quel suo sorriso sornione che tanto detesti per il solo fatto che può costringerti a fare qualsiasi cosa
–Potresti pulirmi tu…- fai una smorfia a quanto suona pornografica quella frase e subito ne fai un’altra perché ok, sei spacciato, stai cominciando a pensare come Frank. Diresti Gerard, ma l’idea ti manda un brivido di puro terrore lungo la schiena. Vorresti ribattere, ma non hai la forza per pensare di andare avanti con quel botta e risposta tutta la notte. Sei stanco, ubriaco e hai imparato da mesi che in quelle condizioni non è il caso di stare così vicino a Frank. Soltanto non sei ancora sicuro se sia meglio evitarlo per la sua sicurezza o la tua. Senza dire niente ti siedi sul divano accanto a lui e gli fai cenno di voltarsi verso di te. Subito ubbidisce, mettendosi a gambe incrociate e porgendoti l’asciugamano. Al primo contatto con la guancia gonfia sussulta
-piano! Non sono la tua batteria, puoi essere un po' più delicato- continui a strofinare lievemente
-Con la mia batteria sono delicato, lei lo merita. Avanti, non fare il bambino- eppure mentre glielo dici ti assicuri di premere un po' meno, di fargli meno male possibile. Ha un piccolo taglio sullo zigomo ormai gonfio e già scuro, ma niente per cui dovrai uccidere il tecnico e finire in galera. Si è già fatto di peggio giocando con Ray o Gee. Quando la faccia è pulita gli prendi il mento con una mano
-Fermo ora, o ti faccio male…- neppure ti accorgi quanto si sia addolcito il tuo tono. Con un angolo pulito dell’asciugamano cominci a pulirlo sotto al naso, e quando senti il suo respiro caldo contro il palmo non riesci a non irrigidirti appena. Merda, c’è molto di te che sembra volersi irrigidire solo per quello. Evidentemente ti sei appena trasformato in una di quelle adolescenti innamorate di Frank e pronte ad entrargli nei pantaloni ad un suo gesto. Ti maledici da solo per aver appena pensato ai pantaloni del tuo amico. Non è decisamente ciò che dovresti fare in quel momento. Incapace di trattenerti passi il tessuto umido sulle labbra socchiuse, ipnotizzato da come seguono morbide il tuo dito. È la piccola cicatrice del piercing a farti realizzare quanto il tuo volto sia vicino al suo. Non dovresti vederla così bene. Non l’hai mai vista così bene e a dire il vero non hai mai sentito l’odore di Frank così chiaro o il suo respiro contro la tua bocca…
-Bob?- non riesci ad interpretare la sua voce. Forse ti sta chiedendo cosa stai facendo, forse ti sta semplicemente chiamando indietro, al mondo reale
-Ti…ti sto medicando- sorride sollevando solo un angolo della bocca
-Strano, ero quasi certo stessi per baciarmi- è inconscio il gesto di stringere un po' di più le dita sul suo viso. Frank sospira e tu sei costretto a deglutire, nella speranza che quel nodo che ti si è di colpo formato in gola si sciolga.
-Non dire stronzate- ribatti pronto, ma non è il tuo solito tono, forse perché non sei il solito Bob. Devi ammettere che più di una volta ti è capitato di fantasticare su Frank, ma è sempre stato lontano da lui, quando eri solo, possibilmente occupato a farti una sega, mai mentre lui ti era accanto, così vicino.
-Peccato, mi sarebbe sembrata una buona idea…- lascia la frase in sospeso e senza aggiungere altro si spinge contro le tue labbra e ti bacia. Subito sono solo quelle contro le tue, poco più, ma dopo un paio di secondi, forse forte del fatto che non l’hai ancora preso a pugni, comincia a succhiare il tuo labbro, a tirare il piercing coi denti. Esattamente come ha iniziato, di punto in bianco, smette, staccandosi da te e fissandoti con un sorriso malizioso. Rimani a guardarlo, momentaneamente incapace di parlare, sconvolto dal suo gesto tanto quanto dalla scarica di pura adrenalina che ti ha trasmesso
-cos’era questo, Frank?-
-sono quasi sicuro fosse un bacio- vorresti con tutte le tue forze rispondergli male o fingere di strozzarlo con l’asciugamano, ma sai bene che non è il momento
-Perché?- ci pensa un attimo, poi fa spallucce
-te l’ho detto, mi andava- Non sei sicuro di come rispondergli. L’hai visto spesso baciare Gerard senza un motivo, anche giù dal palco quando il fan-service non esisteva. L’hai anche visto baciare Mikey, sicuramente provarci con Ray ed essere spintonato via, ma mai prima di allora ci aveva provato con te. Sa bene che non sei il tipo, che non ti piacciono questo genere di giochi. Con te può saltarti sulla schiena, tormentarti fino al limite della tua sopportazione, sfasciarti la batteria o infilarsi nel tuo bunk e svegliarti con qualche nuova ed originale tortura, ma non metterci di mezzo il sesso. Quello non è concesso, non tra voi.
-Frank…- fai uscire il suo nome come una minaccia -…non sono Gerard…non mi piacciono certi giochi- lo avverti e per tutta risposta ricevi ancora quel mezzo sorriso a labbra chiuse
-Sarebbe difficile scambiarti per lui…quanto considereresti gioco una scopata, Bob?- trattieni il fiato per un attimo a quella domanda. Consideri spesso il sesso come un gioco, uno di quelli che ti piace fare, eppure non sei certo che sarebbe lo stesso con Frank. Non sei neppure sicuro sia per tutte quelle stronzate del non farsi gli amici o il doverlo vedere ogni giorno. Invece sei quasi convinto che i tuoi dubbi derivino dal fatto che è *Frank*, quel ragnetto fastidioso di cui non vorresti liberarti per nulla al mondo.
-mi stai chiedendo di scoparti, Iero?- finge di pensarci, sorride
malizioso, annuisce. Sei fottuto. –Esattamente perché?-
-Devo davvero spiegarti il motivo per cui si fa sesso?- Lo afferri di nuovo per il mento, gli imponi di guardarti negli occhi
-Frank…- questa volta lo stai davvero minacciando. Sta oltrepassando troppe linee e sei disposto a concederglielo solo per una buona ragione
-Perché lo voglio Bob, e perché sono sicuro che lo vuoi anche tu. Sento la tensione…Vuoi davvero starci a pensare e non farlo? –
-Frank…non tutti sono impulsivi come te. Le persone normali vogliono almeno provare a legarsi una corda in vita prima di gettarsi a testa in giù nel vuoto…- ti sposta la mano che lo sta tenendo e si avvicina
-Posso assicurarti che vivere come Frank Iero non è poi così male…- e di nuovo senti il suo fiato caldo contro le labbra e questa volta è semplicemente troppo. Non sai se ha ragione o se è semplicemente un pazzo che ti complicherà la vita, ma in un certo senso hai sempre invidiato la sua impulsività e se c’è un momento giusto per assecondarlo è proprio quello
-vaffanculo…- sussurri al mondo prima di baciarlo. Non c’è niente di esitante o gentile, sono solo le vostre lingue che combattono per entrare nella bocca dell’altro, i suoi denti che tirano di nuovo il pezzetto di metallo attaccato al tuo labbro solo per farti gemere. Un bacio umido, passionale, col quale cerchi di esplorare ogni centimetro di ciò che ti è offerto. È lui a cercare di allontanarsi per primo, ma non glielo permetti. Lo afferri per i capelli, affondandoci le dita conscio di fargli appena un po' male, continuando a baciarlo togliendogli il fiato. Lui continua a baciarti con la stessa passione, ma quando la sua mano sul petto ti spinge appena indietro lo accontenti e ti scosti
-cazzo…non posso respirare dal naso…vuoi uccidermi?- sorridi mentre gli sfili la maglietta. State facendo sesso, sciogliendo la tensione che c’era tra voi, hai tutti i diritti di non perdere tempo in preliminari
-Per una volta non era ciò che volevo- smetti di parlare quando vedi il suo petto davanti a te. L’hai già visto spogliato un migliaio di volte, perfino sul palco. L’hai già visto totalmente nudo e hai già avuto la sensazione della sua pelle contro la tua, ma è la prima volta che puoi godertelo davvero, che puoi seguire con lo sguardo, con le dita, con la lingua, i segni d’inchiostro, che puoi leccarti le labbra alla vista dei capezzoli di colpo turgidi all’aria fredda del bus. Frank sorride, sapendo esattamente cosa stai pensando, ti spinge indietro, con le spalle contro lo schienale del divano, e ti monta a cavalcioni. Quando riprende a baciarti senti il petto caldo contro il tuo, senti il suo sedere muoversi sopra il tuo sesso già praticamente duro. Si scosta da te qualche secondo dopo, respirando veloce, e ti sfila la maglietta. Chiudi gli occhi, la testa un po' gettata all’indietro mentre comincia a passarti le mani sul petto, le dita ruvide premute contro la pelle e poi le unghie che ti graffiano appena, che scendono fino ai tuoi fianchi, risalgono. Abbassa la testa e ti morde la spalla. Affonda i denti senza alcun riguardo, fino a farti male, a lasciarti il segno, e quando, con un lieve gemito, ammetti a te stesso che è una delle cose più erotiche che tu abbia provato ultimamente ti rendi conto di essere totalmente perso. È assurdo, sbagliato. Non c’è niente di sensuale in Frank che ti morde, è qualcosa che fa sempre, con tutti è…i denti si chiudono di nuovo vicino al tuo capezzolo sinistro e di colpo smetti anche di pensare. Ti godi la bocca del tuo amico ancora per qualche minuto, lasciando che segni ogni centimetro del tuo corpo che riesce a raggiungere, sforzandoti di non gemere e sorridendo all’idea, tu che di solito sei silenzioso anche a letto.
-Basta…- smette di mordere, ma non stacca la bocca mentre lo dici -Frank…non sono qui per farti da spuntino, sono qui perché voglio scoparti- e Dio solo sa quanto è vero mentre lui si solleva e preme impietoso contro il tuo uccello duro.
-credevo ti divertissi…-dice in tono provocante, muovendo di nuovo i fianchi sui tuoi, facendoti sussultare alla sensazione dei jeans che sfregano tra di loro.
-spogliati- gli dici solo e per una volta in vita sua ubbidisce al volo. Subito si alza, si apre i pantaloni e li sfila tenendoli ancora in mano il tempo necessario a prendere un preservativo dalla tasca e lanciartelo
-Sei organizzato…- ridacchia
-Non sai mai quando il tuo batterista si renderà conto di quanto desideri che ti prenda e ti scopi abbastanza forte da costringerti a star fermo sul palco il giorno dopo…- sorride ancora, di nuovo malizioso, e nei suoi occhi c’è un lampo mai visto prima, una lussuria nuova, che non c’è mai stata neppure quando face lo scemo con Gerard o si struscia contro Mikey. Qualcosa che, a quanto pare, è solo per te.
-Credo sia la tua serata fortunata- infili le dita nell’elastico dei boxer e glieli abbassi, lui li calcia via
-Come mi vuoi?- Ci pensi un attimo. D’istinto gli diresti che lo vuoi vedere in faccia, ma sei troppo incerto di cosa sta accadendo tra voi, di cosa provi per lui, e sai di non poter nascondere niente dal tuo viso mentre stai facendo sesso. Lo avvicini a te, cominciando a leccare le due rondini, poi abbassi la testa, lasciando che il piercing sfiori la punta bagnata del suo sesso mentre parli
-In ginocchio sul divano- ma lui non risponde, limitandosi ad aprire la bocca mentre il metallo freddo continua a toccare la pelle sensibile. Con un gemito strozzato ti si aggrappa alle spalle. Divertito lo prendi in bocca, solo la punta, succhiandolo appena, passando la lingua incessantemente sulla piccola fessura, graffiandolo coi denti mentre lo lasci andare.
-Mettiti sul divano Frankie- sussurri ancora, spingendolo accanto a te e questa volta ubbidisce. Ti alzi e per un attimo non puoi fare altro che fissarlo mentre sta lì in ginocchio, appena piegato in avanti per poggiarsi alla spalliera, le gambe aperte, la pelle sudata. Ti inginocchi sul pavimento dietro di lui, facendo scorrere le mani sulle sue cosce, sui suoi fianchi. Frank geme, sai cosa vuole, sai dove vorrebbe sentire le tue dita, ma non sei ancora pronto ad accontentarlo. Hai deciso che non vuoi una cosa lenta, ma questo non significa che debba finire prima di esservi divertiti sul serio. Ti pieghi in avanti e subito appoggi le labbra sulle pistole tatuate sul fondo della sua schiena. Frank sospira, cercando di spingersi indietro, ma non glielo permetti. Ti prendi il tuo tempo leccando i contorni del disegno, scendendo il più in basso possibile sull’inchiostro solo per poi risalire e tracciare ogni linea delle ragnatele. Lo senti teso sotto alle dita, quasi trema. Quando allenti appena la presa subito si piega in avanti, appoggiandosi col petto allo schienale e di colpo il suo sedere è totalmente esposto davanti a te, vulnerabile, invitante. Sposti la bocca sul suo fianco, mordendo piano la scritta “search”, poi torni indietro, lecchi la canna della pistola, sorridendo al significato che ha al momento la cosa, e questa volta non ti fermi, scendi ancora, abbassando le mani per aprirgli le natiche e qualche secondo dopo la tua lingua è premuta con forza contro la sua apertura. Frank geme, getta indietro la testa. Non sai se sia più sensuale la sua reazione o l’idea di ciò che finalmente gli stai facendo, il suo odore, la sensazione dei suoi muscoli che si contraggono disperati attorno alla tua lingua. Togli una mano da lui solo per aprirti i pantaloni e abbassarli appena. Sospiri quando la pressione fastidiosa sulla tua erezione si allenta e Frank geme più forte al respiro caldo sulla pelle ormai bagnata
-Merda Bob, cosa cazzo stai aspettando?- sorridi contro di lui, senza smettere di muovere la lingua dentro e fuori, fermandoti solo un attimo a circondare il buco ormai rilassato per poi entrare di nuovo.
-Hai sempre troppa fretta Frank…- dici scostandoti appena, guardando le sue mani che si stringono attorno al tessuto scuro del divano.
-Giuro che se mi fai venire prima di aver scopato non avrai niente in cambio…-
-così mi spezzi il cuore- scherzi, ma intanto allunghi una mano a prendere il preservativo sul cuscino accanto a voi. Frank non è l’unico ad essere al limite.
-Lubrificante?- chiedi mentre ti alzi
-Non serve, non fa molto più male di un pugno in faccia- Annuisci più a te stesso che a lui e finalmente senti il tuo sesso duro che gli scivola tra le natiche. Ti pieghi su di lui, un ginocchio piegato, appoggiato accanto al suo, una mano sulla spalliera del divano per tenerti in equilibrio mentre con l’altra ti aiuti ad entrare nel suo corpo. Lo fai con un’unica lunga spinta, non secca, ma neppure particolarmente delicata. È Frank, sei quasi sicuro che un po' di dolore glielo faccia venir duro quanto la scopata in se. Subito geme, tendendosi sotto alle tue mani, intorno al tuo uccello. Chiudi gli occhi, concentrandoti per mantenere il controllo.
Frank getta ancora indietro la testa, e questa volta facendolo la appoggia sulla tua spalla. Non puoi fare a meno di guardarlo per un attimo. Gli occhi chiusi, le labbra gonfie, probabilmente le ha torturate tra i denti, socchiuse e bagnate, i capelli appiccicati al viso sudato e quello zigomo appena graffiato, un po' tumefatto. Ti muovi appena dentro di lui e Frank geme il tuo nome in un sospiro. Senza resistere gli affondi una mano tra i capelli, tenendogli indietro la testa, lasciando scoperta la gola, il lato del collo, in cui affondi i denti senza pietà mentre cominci a muoverti più veloce dentro e fuori.
-Cazzo Bob…- sorridi mordendolo ancora, incurante di lasciargli segni che entro domani sera saranno in ogni angolo della rete e probabilmente su qualche rivista.
-Toccati…- gli sussurri contro l’orecchio, spostando i fianchi per colpire la prostata ad ogni spinta –voglio vederti col pugno chiuso sul tuo uccello, voglio vedere l’effetto che ti faccio…- Frank geme alle tue parole, senza avere la forza di ubbidirti, di staccare le dita dal divano, ormai bianche per la stretta disperata. Sempre tenendolo per i capelli gli giri il volto verso di te
-Fallo Frank…pompa quel cazzo di uccello come se ne dipendesse la tua vita, fallo per me- e mentre apre la bocca forse per risponderti, forse per respirare, lo baci, infilando la lingua tra le sue labbra, prendendo possesso di quella come stai facendo col resto del suo corpo. Senti un verso strozzato contro di te mentre si muove e subito capisci che ha fatto ciò che gli hai chiesto. Ansimando ti sposti e quando abbassi lo sguardo sei ricompensato dalla vista della sua mano che si muove veloce sul suo sesso, fermandosi un attimo alla base, scivolando solo qualche istante a giocare coi testicoli, per poi tornare su abbastanza veloce che i tatuaggi non sono altro che una macchia confusa.
-Così Frank, così…- gli sospiri nell’orecchio, muovendoti più veloce, più a fondo –mi senti Frank? Sei così stretto, cazzo…- ti manca il fiato. Gli lasci i capelli per appoggiare la mano sulla sua, per toccarlo, per sentirlo sotto le dita e lui si preme ancora di più contro di te, mostrandoti il collo nella speranza che tu lo morda, lo baci, qualsiasi cosa pur di sentirti ovunque e quando lo fai la sua bocca si spalanca in un urlo silenzioso, i suoi capelli ti si appiccicano al volto sudato, il suo odore è tutto ciò che riesci a sentire. Continui così per qualche spinta ancora, ma sei vicino, troppo vicino. Vorresti controllarti ma solo ora ti rendi conto per quanto hai aspettato questo momento, per quanto hai desiderato avere Frank in quel modo, e il ragazzo sotto di te è mille volte più sensuale, più abbandonato, di quanto non sia mai stato nelle tue fantasie. Frenetico cominci a muovere la mano più velocemente, a stringere appena un po', a sfiorare la punta col pollice ogni volta che torni su, mentre le spinte si fanno sempre più brevi e profonde. Frank fa scivolare via la mano da sotto la tua, comincia a giocare coi propri testicoli mentre il suo respiro è ormai irregolare e dopo qualche secondo semplicemente abbassa di più le dita, fino a percorrere i muscoli tesi e stretti attorno a te. Basta quello a farti perdere il controllo, basta sentire il suo tocco sul tuo uccello mentre scivoli appena fuori da lui, l’idea di ciò che sta facendo, il modo in cui si stringe disperatamente il labbro tra i denti, mordendo proprio lì, dove una volta c’era il piercing quando, forse per sbaglio o forse no, la punta dell’indice entra dentro di lui insieme al tuo sesso. Chiudi gli occhi, i denti affondati nella sua spalla, e accompagnato da un suo gemito vieni, totalmente perso, senza riuscire a prendere fiato mentre l’orgasmo più lungo che riesci a ricordare ti leva ogni energia. Continui a muoverti nel suo corpo, a spingere dentro e fuori ancora e ancora per prolungare il più possibile quel piacere che ti ha avvolto ormai del tutto, che ti ha tolto ogni capacità di pensare, e di colpo lo senti esplodere caldo e bagnato sotto alle dita mentre il suo corpo si inarca, mentre si contrae fino all’impossibile proiettandoti in un’altra spirale di piacere. Senti il suo gemito, quasi un urlo, come in lontananza, mentre ti muovi per l’ultima volta dentro di lui, sul suo sesso, e poi sfinito ti lasci andare, metà contro il divano, metà contro il suo corpo stanco.
Quando ti muovi di nuovo è solo per uscire lentamente e sfilarti il preservativo con una mano, incurante del casino. Lo arrotoli alla meno peggio e lo getti per terra, deciso a preoccupartene dopo, baci un’ultima volta la spalla segnata di Frank e poi ti lasci cadere sul divano, semisdraiato. È in quel momento che torna l’amico che conosci. Senza preoccuparsi di pulirsi, senza neppure finire di prendere fiato, ti salta addosso, accomodandosi su di te come fossi un cuscino
-Frank…- bofonchi sperando di suonare minaccioso o quanto meno credibile
-Ho bisogno d’affetto- risponde tranquillo
-Non te n’ho dato abbastanza?- Non sai perché stai cominciando una discussione simile dalla quale sicuramente uscirai perdente, probabilmente è la stanchezza, o l’alcool che ancora non hai smaltito. Si, sicuramente tutto ciò che è successo nell’ultima ora è colpa della birra.
-Quello era cazzo Bob, non affetto- ti fa una linguaccia –dai, lo so che hai un cuore e vuoi coccolarmi un po'-
-Voglio solo andare nel mio bunk e dormire fino a domani mattina-
-posso venire con te?- chiede mentre gioca coi tuoi capelli. Poco convinto gli sposti la mano con uno schiaffo
-No- ringhi sottovoce, eppure non sei così certo della tua risposta. Sai bene che non era solo una scopata, almeno da parte tua, e che non è stato semplicemente il piacere fisico a farti sentire in quel modo
-Penso che verrò lo stesso- gli schiaffeggi di nuovo la mano che ora sta giocando col tuo orecchino. Ti è steso sopra ed il suo peso è piacevole, rassicurante. È qualcosa a cui sei abituato, che ti fa sentire a casa anche quando sei dall’altra parte dell’Oceano. A malincuore ti tiri su, semplicemente perché gli altri potrebbero arrivare in qualsiasi momento e non vuoi farti trovare nudo e sporco abbracciato a Frank
-ti picchierò e butterò giù come ogni altra volta- Sorride mentre si pulisce distrattamente nella maglietta
-Stanotte non lo farai…so che in fondo vuoi dormire con me Bobby- lo guardi male mentre gli tiri addosso della crema e del disinfettante. È vero, ma non lo ammetteresti mai
-Non chiamarmi così se ci tieni alla pelle. Disinfettati il taglio e datti un po' di crema sul livido. Se si rovina quel bel faccino che piace tanto alle fan Gerard ha un attacco isterico- Frank annuisce, poi fissa gli occhi nei tuoi ed è in quel momento che vi dite tutto quello che a parole avete evitato. Non ti serve che ti dica altro per capire che neppure per lui è stata una scopata come tante.
-Vado a dormire Frank, guai a te se entri nel mio bunk- eppure mentre lo dici gli stai sorridendo e anche lui lo sta facendo. Sai che si infilerà nella tua cuccetta, sai che cercherai di mandarlo via, o almeno fingerai di farlo, e che finirai a trascorrere la notte con lui sdraiato sul tuo petto, magari a baciarlo pigramente mentre gioca coi tuoi capelli. Sai anche che non hai mai desiderato nulla così tanto in vita tua.
Autore Ginny aka
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Rating NC17
Pairing Bob/Frank (MCR)
Disclaimer Posso assicurarvi che non li conosco…sono solo un paio delle mie multiple personalità e…Damn, anche oggi ho scordato di prendere le mie pilloline colorate :P
Parole 5.206
Dedica A
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E a
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Commenti si, vi prego. È la prima volta in questo fandom e con un pairing che decisamente non è “il mio”, ho bisogno della vostra opinione ;)
NOTA La fic resterà non lockata per un mese, per permettere ad un paio di persone senza lj di essere letta, poi diventerà friends-only come tutte le altre. Chi volesse poterla rileggere o volesse rileggere le altre mie fic mi aggiunga ai suoi friends e probabilmente verrà aggiunto back ;) Grazie!
Indice delle mie fic Qui
Lo guardi di nascosto mentre spintona l’uomo con cui poco prima stava discutendo nel locale. Li hai visti per caso mentre decidevano di uscire fuori, lui ti ha fatto cenno di non seguirlo e per un attimo hai seriamente pensato di ubbidirgli, di rimanere seduto al tuo tavolo con quella brunetta che pendeva dalle tue labbra, pronta ad aprire le gambe ad un tuo gesto; perché forse non sarà esattamente corretto, forse non seguirà esattamente quelle stronzate che propinate in giro tutti i giorni sul diritto delle donne a non essere un oggetto sessuale, ma sei pur sempre un uomo e ogni tanto hai bisogno di scopare e fanculo la morale. Le ragazze non sono neppure il tuo genere preferito a dirla tutta, ma hai imparato tanti anni fa, quando ancora eri un tecnico, guardandoti attorno, che nel momento in cui sei un musicista famoso non puoi permetterti di andare a letto con chi vuoi. Rimorchiare un ragazzo, magari addirittura un fan, e rischiare che il mattino dopo lo metta in internet sarebbe un suicidio. Gira già abbastanza merda su di voi, sulla vostra band. Le prove che la vostra eterosessualità si è persa anni prima, tra un bus senza alcuna privacy e un tour con una donna ogni dieci uomini, farebbe incazzare troppa gente, troppi genitori, e l’ultima cosa che vi serve è perdere quei quattordicenni pronti a spendere la paghetta sul vostro ultimo cd o su qualche maglia del merch che desiderano solo perché era accanto a Gerard in quella foto così bella.
Quando l’uomo lo spinge indietro a sua volta smetti di pensare a tutto il resto, concentrato su cosa sta accadendo. Non vuoi intervenire, non sono affari tuoi. Ora che è illuminato dal lampione riconosci quel ragazzo come uno dei tecnici di una delle altre band del festival, hai visto lui e il biondo, che sta lì dietro a controllare, caricare un camion poche ore prima tra una birra e l’altra, l’hai visto guardar male Frank che faceva decisamente troppo casino e saltava qua e la. Un insetto fastidioso. Forse è da lì che è cominciato tutto e se così fosse non potresti biasimare lo sconosciuto per volerlo uccidere. Almeno un paio di volte al giorno pensi anche tu che ammazzarlo sarebbe un’ottima soluzione, solitamente al mattino, quando maledici il sole per essere sorto dopo la sbronza della sera prima e lui ti salta sulla schiena e quella risatina quasi femminile ti arriva ad un centimetro dall’orecchio, facendoti esplodere del tutto la testa che già pulsava. Ti concentri sulla scena, cercando di ignorare lo stordimento della sesta birra, quasi ridacchiando tra te e te a come Frank schiva facilmente il primo pugno abbassandosi appena. Allora essere alto quanto uno gnomo da giardino serve a qualcosa, pensi vergognandoti di te stesso per la battuta, dando poi la colpa all’alcool perché avanti, lo sanno tutti che lì dentro sei l’unico a mantenere un po' di contegno, se ti metti anche tu a fare certe battute è la fine. Al secondo colpo non è così fortunato. Il pugno lo colpisce dritto allo zigomo e lui barcolla indietro. Ti devi sforzare per non correre lì e dividerli, ma ancora non sono fatti tuoi e di sicuro un pugno non ha mai ucciso nessuno. Colto di sorpresa Frank rimane fermo, la mano poggiata sulla guancia, la faccia sconvolta, come se fosse stato convinto, fino ad un minuto prima, che nessuno l’avrebbe mai preso a pugni sul serio.
È quando lo stronzo lo colpisce ancora, approfittando del suo momento di debolezza, che smetti di pensare e corri verso di loro. Ora il naso gli sta sanguinando e non permetti a nessuno di ferire così il tuo amico. Sarà anche un nanetto fastidioso, forse spesso lo vorresti uccidere, ma questo non cambia che è uno dei tuoi più cari amici e che nessuno lo può picchiare se non te.
Quando ti metti in mezzo ai due, parando con una mano il nuovo pugno diretto a Frank, sei quasi sicuro di sentirlo sorridere alle tue spalle. Ti muovi appena per tenere stretto il polso dell’uomo, stortandolo mentre gli sputi lì una qualche minaccia imparata a memoria negli anni. Quello prova ancora a divincolarsi, ad insultarti, ma ti limiti a girargli il braccio ancora un po', e nel momento in cui capisce dalla tua espressione che sei prontissimo a romperglielo, bofonchiando scuse miste ad insulti, se ne va.
Subito senti la fronte del tuo amico premerti in mezzo alle scapole, il fiato veloce e caldo che penetra la maglietta leggera
-Grazie- ti sussurra con la voce alterata dal naso che sta probabilmente gonfiando
-Di niente. Sei un idiota. – dici tranquillo senza neppure voltarti, lo sguardo ancora fisso sul tecnico che si dirige verso il parcheggio, nella speranza che non faccia altri danni. Solo quando è ormai scomparso dietro l’angolo finalmente ti giri verso Frank. Non troppo gentilmente gli prendi il mento con una mano, muovendogli appena il volto per capire se ci siano danni. Non ti interessa se gli stai facendo male, se lo merita per essere stato un incosciente, per aver rischiato di farsi molto peggio di così.
-non dovrebbe essere rotto- dici tranquillo, sfiorandogli il naso con le dita della mano libera. Frank sussulta e geme, adesso gli stai decisamente facendo male, ma è per una ragione e comunque, magari, almeno la prossima volta si ricorderà il dolore ed eviterà di ficcarsi in una situazione simile
-ho la sensazione che sia mortale invece – cerca di fare una smorfia, ma subito cambia idea
-Ti sei fatto di peggio sul palco e comunque sei fortunato, se non intervenivo non te la saresti cavata con così poco- sorride appena
-potevo difendermi da solo- Per un attimo ti trovi ad osservare quanto sia adorabile con l’espressione sdegnata di chi è stato sottovalutato accompagnata dalla smorfia di dolore
-Certo, stavi parando benissimo i colpi con la faccia infatti- sposti le dita dal suo volto, pulendo il sangue sulla sua maglietta -è di Mikey, ti ucciderà- fai un mezzo sorriso, pulendoti anche la mano con cui gli hai tenuto il mento
-dubito lo farà quando saprà come si è macchiata. Adesso andiamo, hai bisogno di mettere del ghiaccio e di lavarti-
Nessuno dei due parla durante il tragitto verso il bus. Senti il suo fiato quasi irregolare adesso che è costretto a respirare dalle labbra socchiuse, cammina a testa bassa accanto a te, pulendosi di tanto in tanto il sangue con la manica della felpa. Non ha chiaramente le forze di parlarti e tu, dal canto tuo, non vuoi dirgli nulla. Di nuovo ti appare più vulnerabile, con la sua testa abbassata e il respiro elaborato, mentre si muove tranquillo, come un comune mortale, anziché saltare qua e la o correre ridendo. Nonostante tutto quello che hai pensato fino a quel momento sul meritarselo odi vederlo così, odi ricordarti che anche per lui spesso il mondo fa schifo, che anche se ride e scherza non sempre significa che sia felice. Non vuol dire neppure che in quel momento sia particolarmente infelice, sta solo soffrendo un po' fisicamente, ma è lo stesso un terribile promemoria di come qualcosa potrebbe cambiare Frank un giorno, il tuo Frank. Scuoti la testa a te stesso a quel pensiero. Frank non è tuo, non lo è mai stato, non lo sarà mai e non ti interessa averlo. Siete solo amici e nient’altro. Lui si diverte a tormentarti, tu ti diverti ad assecondarlo e riempirlo di vuote minacce. Solo amici. Ti ripeti quasi dovessi convincertene.
Quando salite sul bus gli fai cenno di mettersi sul divano e vai nel piccolo bagno a prendere la cassetta del pronto soccorso. Devi ricordarti di far ricomprare un po' di cose, vi siete medicati tutti troppe volte dopo gli show e le scorte cominciano a scarseggiare. Con un sorriso torni da Frank, gettandogli addosso un asciugamano umido
-pulisciti la faccia- gli dici distratto mentre apri la scatola arancione e tiri fuori crema e disinfettante. Con la coda dell’occhio lo vedi muoversi, sussultare appena, e poi senti lo straccio bagnato e ormai sporco arrivarti sul braccio nudo. Ti giri a fulminarlo, sul suo viso ancora i segni rossi che non ha pulito. Alzi un sopracciglio per chiedergli perché, sperando creda ancora un po' nei tuoi atteggiamenti minacciosi, ma rassegnato all’idea che probabilmente ha smesso di farlo neppure un mese dopo la tua entrata nella band.
-mi fa male- ti risponde imbronciato
-è il risultato di farsi prendere a pugni da uno stronzo- gli rilanci addosso l’asciugamano –ma non posso farci nulla se prima non ti pulisci- Frank ci pensa un attimo, poi scuote la testa
-Per pulirmi mi faccio più male, quindi mi fermo. Perché mai dovrei farmi male da solo?-ribatte in tono logico. Lo guardi male
-Perché mi sta venendo voglia di fartene tanto io se non la smetti?- ti sorride, mandando all’aria le tue speranze di farti ubbidire
-Ma Bob…tu non faresti mai del male ad un amico che sta soffrendo, no?- rotei appena gli occhi e lui sorride, quel suo sorriso sornione che tanto detesti per il solo fatto che può costringerti a fare qualsiasi cosa
–Potresti pulirmi tu…- fai una smorfia a quanto suona pornografica quella frase e subito ne fai un’altra perché ok, sei spacciato, stai cominciando a pensare come Frank. Diresti Gerard, ma l’idea ti manda un brivido di puro terrore lungo la schiena. Vorresti ribattere, ma non hai la forza per pensare di andare avanti con quel botta e risposta tutta la notte. Sei stanco, ubriaco e hai imparato da mesi che in quelle condizioni non è il caso di stare così vicino a Frank. Soltanto non sei ancora sicuro se sia meglio evitarlo per la sua sicurezza o la tua. Senza dire niente ti siedi sul divano accanto a lui e gli fai cenno di voltarsi verso di te. Subito ubbidisce, mettendosi a gambe incrociate e porgendoti l’asciugamano. Al primo contatto con la guancia gonfia sussulta
-piano! Non sono la tua batteria, puoi essere un po' più delicato- continui a strofinare lievemente
-Con la mia batteria sono delicato, lei lo merita. Avanti, non fare il bambino- eppure mentre glielo dici ti assicuri di premere un po' meno, di fargli meno male possibile. Ha un piccolo taglio sullo zigomo ormai gonfio e già scuro, ma niente per cui dovrai uccidere il tecnico e finire in galera. Si è già fatto di peggio giocando con Ray o Gee. Quando la faccia è pulita gli prendi il mento con una mano
-Fermo ora, o ti faccio male…- neppure ti accorgi quanto si sia addolcito il tuo tono. Con un angolo pulito dell’asciugamano cominci a pulirlo sotto al naso, e quando senti il suo respiro caldo contro il palmo non riesci a non irrigidirti appena. Merda, c’è molto di te che sembra volersi irrigidire solo per quello. Evidentemente ti sei appena trasformato in una di quelle adolescenti innamorate di Frank e pronte ad entrargli nei pantaloni ad un suo gesto. Ti maledici da solo per aver appena pensato ai pantaloni del tuo amico. Non è decisamente ciò che dovresti fare in quel momento. Incapace di trattenerti passi il tessuto umido sulle labbra socchiuse, ipnotizzato da come seguono morbide il tuo dito. È la piccola cicatrice del piercing a farti realizzare quanto il tuo volto sia vicino al suo. Non dovresti vederla così bene. Non l’hai mai vista così bene e a dire il vero non hai mai sentito l’odore di Frank così chiaro o il suo respiro contro la tua bocca…
-Bob?- non riesci ad interpretare la sua voce. Forse ti sta chiedendo cosa stai facendo, forse ti sta semplicemente chiamando indietro, al mondo reale
-Ti…ti sto medicando- sorride sollevando solo un angolo della bocca
-Strano, ero quasi certo stessi per baciarmi- è inconscio il gesto di stringere un po' di più le dita sul suo viso. Frank sospira e tu sei costretto a deglutire, nella speranza che quel nodo che ti si è di colpo formato in gola si sciolga.
-Non dire stronzate- ribatti pronto, ma non è il tuo solito tono, forse perché non sei il solito Bob. Devi ammettere che più di una volta ti è capitato di fantasticare su Frank, ma è sempre stato lontano da lui, quando eri solo, possibilmente occupato a farti una sega, mai mentre lui ti era accanto, così vicino.
-Peccato, mi sarebbe sembrata una buona idea…- lascia la frase in sospeso e senza aggiungere altro si spinge contro le tue labbra e ti bacia. Subito sono solo quelle contro le tue, poco più, ma dopo un paio di secondi, forse forte del fatto che non l’hai ancora preso a pugni, comincia a succhiare il tuo labbro, a tirare il piercing coi denti. Esattamente come ha iniziato, di punto in bianco, smette, staccandosi da te e fissandoti con un sorriso malizioso. Rimani a guardarlo, momentaneamente incapace di parlare, sconvolto dal suo gesto tanto quanto dalla scarica di pura adrenalina che ti ha trasmesso
-cos’era questo, Frank?-
-sono quasi sicuro fosse un bacio- vorresti con tutte le tue forze rispondergli male o fingere di strozzarlo con l’asciugamano, ma sai bene che non è il momento
-Perché?- ci pensa un attimo, poi fa spallucce
-te l’ho detto, mi andava- Non sei sicuro di come rispondergli. L’hai visto spesso baciare Gerard senza un motivo, anche giù dal palco quando il fan-service non esisteva. L’hai anche visto baciare Mikey, sicuramente provarci con Ray ed essere spintonato via, ma mai prima di allora ci aveva provato con te. Sa bene che non sei il tipo, che non ti piacciono questo genere di giochi. Con te può saltarti sulla schiena, tormentarti fino al limite della tua sopportazione, sfasciarti la batteria o infilarsi nel tuo bunk e svegliarti con qualche nuova ed originale tortura, ma non metterci di mezzo il sesso. Quello non è concesso, non tra voi.
-Frank…- fai uscire il suo nome come una minaccia -…non sono Gerard…non mi piacciono certi giochi- lo avverti e per tutta risposta ricevi ancora quel mezzo sorriso a labbra chiuse
-Sarebbe difficile scambiarti per lui…quanto considereresti gioco una scopata, Bob?- trattieni il fiato per un attimo a quella domanda. Consideri spesso il sesso come un gioco, uno di quelli che ti piace fare, eppure non sei certo che sarebbe lo stesso con Frank. Non sei neppure sicuro sia per tutte quelle stronzate del non farsi gli amici o il doverlo vedere ogni giorno. Invece sei quasi convinto che i tuoi dubbi derivino dal fatto che è *Frank*, quel ragnetto fastidioso di cui non vorresti liberarti per nulla al mondo.
-mi stai chiedendo di scoparti, Iero?- finge di pensarci, sorride
malizioso, annuisce. Sei fottuto. –Esattamente perché?-
-Devo davvero spiegarti il motivo per cui si fa sesso?- Lo afferri di nuovo per il mento, gli imponi di guardarti negli occhi
-Frank…- questa volta lo stai davvero minacciando. Sta oltrepassando troppe linee e sei disposto a concederglielo solo per una buona ragione
-Perché lo voglio Bob, e perché sono sicuro che lo vuoi anche tu. Sento la tensione…Vuoi davvero starci a pensare e non farlo? –
-Frank…non tutti sono impulsivi come te. Le persone normali vogliono almeno provare a legarsi una corda in vita prima di gettarsi a testa in giù nel vuoto…- ti sposta la mano che lo sta tenendo e si avvicina
-Posso assicurarti che vivere come Frank Iero non è poi così male…- e di nuovo senti il suo fiato caldo contro le labbra e questa volta è semplicemente troppo. Non sai se ha ragione o se è semplicemente un pazzo che ti complicherà la vita, ma in un certo senso hai sempre invidiato la sua impulsività e se c’è un momento giusto per assecondarlo è proprio quello
-vaffanculo…- sussurri al mondo prima di baciarlo. Non c’è niente di esitante o gentile, sono solo le vostre lingue che combattono per entrare nella bocca dell’altro, i suoi denti che tirano di nuovo il pezzetto di metallo attaccato al tuo labbro solo per farti gemere. Un bacio umido, passionale, col quale cerchi di esplorare ogni centimetro di ciò che ti è offerto. È lui a cercare di allontanarsi per primo, ma non glielo permetti. Lo afferri per i capelli, affondandoci le dita conscio di fargli appena un po' male, continuando a baciarlo togliendogli il fiato. Lui continua a baciarti con la stessa passione, ma quando la sua mano sul petto ti spinge appena indietro lo accontenti e ti scosti
-cazzo…non posso respirare dal naso…vuoi uccidermi?- sorridi mentre gli sfili la maglietta. State facendo sesso, sciogliendo la tensione che c’era tra voi, hai tutti i diritti di non perdere tempo in preliminari
-Per una volta non era ciò che volevo- smetti di parlare quando vedi il suo petto davanti a te. L’hai già visto spogliato un migliaio di volte, perfino sul palco. L’hai già visto totalmente nudo e hai già avuto la sensazione della sua pelle contro la tua, ma è la prima volta che puoi godertelo davvero, che puoi seguire con lo sguardo, con le dita, con la lingua, i segni d’inchiostro, che puoi leccarti le labbra alla vista dei capezzoli di colpo turgidi all’aria fredda del bus. Frank sorride, sapendo esattamente cosa stai pensando, ti spinge indietro, con le spalle contro lo schienale del divano, e ti monta a cavalcioni. Quando riprende a baciarti senti il petto caldo contro il tuo, senti il suo sedere muoversi sopra il tuo sesso già praticamente duro. Si scosta da te qualche secondo dopo, respirando veloce, e ti sfila la maglietta. Chiudi gli occhi, la testa un po' gettata all’indietro mentre comincia a passarti le mani sul petto, le dita ruvide premute contro la pelle e poi le unghie che ti graffiano appena, che scendono fino ai tuoi fianchi, risalgono. Abbassa la testa e ti morde la spalla. Affonda i denti senza alcun riguardo, fino a farti male, a lasciarti il segno, e quando, con un lieve gemito, ammetti a te stesso che è una delle cose più erotiche che tu abbia provato ultimamente ti rendi conto di essere totalmente perso. È assurdo, sbagliato. Non c’è niente di sensuale in Frank che ti morde, è qualcosa che fa sempre, con tutti è…i denti si chiudono di nuovo vicino al tuo capezzolo sinistro e di colpo smetti anche di pensare. Ti godi la bocca del tuo amico ancora per qualche minuto, lasciando che segni ogni centimetro del tuo corpo che riesce a raggiungere, sforzandoti di non gemere e sorridendo all’idea, tu che di solito sei silenzioso anche a letto.
-Basta…- smette di mordere, ma non stacca la bocca mentre lo dici -Frank…non sono qui per farti da spuntino, sono qui perché voglio scoparti- e Dio solo sa quanto è vero mentre lui si solleva e preme impietoso contro il tuo uccello duro.
-credevo ti divertissi…-dice in tono provocante, muovendo di nuovo i fianchi sui tuoi, facendoti sussultare alla sensazione dei jeans che sfregano tra di loro.
-spogliati- gli dici solo e per una volta in vita sua ubbidisce al volo. Subito si alza, si apre i pantaloni e li sfila tenendoli ancora in mano il tempo necessario a prendere un preservativo dalla tasca e lanciartelo
-Sei organizzato…- ridacchia
-Non sai mai quando il tuo batterista si renderà conto di quanto desideri che ti prenda e ti scopi abbastanza forte da costringerti a star fermo sul palco il giorno dopo…- sorride ancora, di nuovo malizioso, e nei suoi occhi c’è un lampo mai visto prima, una lussuria nuova, che non c’è mai stata neppure quando face lo scemo con Gerard o si struscia contro Mikey. Qualcosa che, a quanto pare, è solo per te.
-Credo sia la tua serata fortunata- infili le dita nell’elastico dei boxer e glieli abbassi, lui li calcia via
-Come mi vuoi?- Ci pensi un attimo. D’istinto gli diresti che lo vuoi vedere in faccia, ma sei troppo incerto di cosa sta accadendo tra voi, di cosa provi per lui, e sai di non poter nascondere niente dal tuo viso mentre stai facendo sesso. Lo avvicini a te, cominciando a leccare le due rondini, poi abbassi la testa, lasciando che il piercing sfiori la punta bagnata del suo sesso mentre parli
-In ginocchio sul divano- ma lui non risponde, limitandosi ad aprire la bocca mentre il metallo freddo continua a toccare la pelle sensibile. Con un gemito strozzato ti si aggrappa alle spalle. Divertito lo prendi in bocca, solo la punta, succhiandolo appena, passando la lingua incessantemente sulla piccola fessura, graffiandolo coi denti mentre lo lasci andare.
-Mettiti sul divano Frankie- sussurri ancora, spingendolo accanto a te e questa volta ubbidisce. Ti alzi e per un attimo non puoi fare altro che fissarlo mentre sta lì in ginocchio, appena piegato in avanti per poggiarsi alla spalliera, le gambe aperte, la pelle sudata. Ti inginocchi sul pavimento dietro di lui, facendo scorrere le mani sulle sue cosce, sui suoi fianchi. Frank geme, sai cosa vuole, sai dove vorrebbe sentire le tue dita, ma non sei ancora pronto ad accontentarlo. Hai deciso che non vuoi una cosa lenta, ma questo non significa che debba finire prima di esservi divertiti sul serio. Ti pieghi in avanti e subito appoggi le labbra sulle pistole tatuate sul fondo della sua schiena. Frank sospira, cercando di spingersi indietro, ma non glielo permetti. Ti prendi il tuo tempo leccando i contorni del disegno, scendendo il più in basso possibile sull’inchiostro solo per poi risalire e tracciare ogni linea delle ragnatele. Lo senti teso sotto alle dita, quasi trema. Quando allenti appena la presa subito si piega in avanti, appoggiandosi col petto allo schienale e di colpo il suo sedere è totalmente esposto davanti a te, vulnerabile, invitante. Sposti la bocca sul suo fianco, mordendo piano la scritta “search”, poi torni indietro, lecchi la canna della pistola, sorridendo al significato che ha al momento la cosa, e questa volta non ti fermi, scendi ancora, abbassando le mani per aprirgli le natiche e qualche secondo dopo la tua lingua è premuta con forza contro la sua apertura. Frank geme, getta indietro la testa. Non sai se sia più sensuale la sua reazione o l’idea di ciò che finalmente gli stai facendo, il suo odore, la sensazione dei suoi muscoli che si contraggono disperati attorno alla tua lingua. Togli una mano da lui solo per aprirti i pantaloni e abbassarli appena. Sospiri quando la pressione fastidiosa sulla tua erezione si allenta e Frank geme più forte al respiro caldo sulla pelle ormai bagnata
-Merda Bob, cosa cazzo stai aspettando?- sorridi contro di lui, senza smettere di muovere la lingua dentro e fuori, fermandoti solo un attimo a circondare il buco ormai rilassato per poi entrare di nuovo.
-Hai sempre troppa fretta Frank…- dici scostandoti appena, guardando le sue mani che si stringono attorno al tessuto scuro del divano.
-Giuro che se mi fai venire prima di aver scopato non avrai niente in cambio…-
-così mi spezzi il cuore- scherzi, ma intanto allunghi una mano a prendere il preservativo sul cuscino accanto a voi. Frank non è l’unico ad essere al limite.
-Lubrificante?- chiedi mentre ti alzi
-Non serve, non fa molto più male di un pugno in faccia- Annuisci più a te stesso che a lui e finalmente senti il tuo sesso duro che gli scivola tra le natiche. Ti pieghi su di lui, un ginocchio piegato, appoggiato accanto al suo, una mano sulla spalliera del divano per tenerti in equilibrio mentre con l’altra ti aiuti ad entrare nel suo corpo. Lo fai con un’unica lunga spinta, non secca, ma neppure particolarmente delicata. È Frank, sei quasi sicuro che un po' di dolore glielo faccia venir duro quanto la scopata in se. Subito geme, tendendosi sotto alle tue mani, intorno al tuo uccello. Chiudi gli occhi, concentrandoti per mantenere il controllo.
Frank getta ancora indietro la testa, e questa volta facendolo la appoggia sulla tua spalla. Non puoi fare a meno di guardarlo per un attimo. Gli occhi chiusi, le labbra gonfie, probabilmente le ha torturate tra i denti, socchiuse e bagnate, i capelli appiccicati al viso sudato e quello zigomo appena graffiato, un po' tumefatto. Ti muovi appena dentro di lui e Frank geme il tuo nome in un sospiro. Senza resistere gli affondi una mano tra i capelli, tenendogli indietro la testa, lasciando scoperta la gola, il lato del collo, in cui affondi i denti senza pietà mentre cominci a muoverti più veloce dentro e fuori.
-Cazzo Bob…- sorridi mordendolo ancora, incurante di lasciargli segni che entro domani sera saranno in ogni angolo della rete e probabilmente su qualche rivista.
-Toccati…- gli sussurri contro l’orecchio, spostando i fianchi per colpire la prostata ad ogni spinta –voglio vederti col pugno chiuso sul tuo uccello, voglio vedere l’effetto che ti faccio…- Frank geme alle tue parole, senza avere la forza di ubbidirti, di staccare le dita dal divano, ormai bianche per la stretta disperata. Sempre tenendolo per i capelli gli giri il volto verso di te
-Fallo Frank…pompa quel cazzo di uccello come se ne dipendesse la tua vita, fallo per me- e mentre apre la bocca forse per risponderti, forse per respirare, lo baci, infilando la lingua tra le sue labbra, prendendo possesso di quella come stai facendo col resto del suo corpo. Senti un verso strozzato contro di te mentre si muove e subito capisci che ha fatto ciò che gli hai chiesto. Ansimando ti sposti e quando abbassi lo sguardo sei ricompensato dalla vista della sua mano che si muove veloce sul suo sesso, fermandosi un attimo alla base, scivolando solo qualche istante a giocare coi testicoli, per poi tornare su abbastanza veloce che i tatuaggi non sono altro che una macchia confusa.
-Così Frank, così…- gli sospiri nell’orecchio, muovendoti più veloce, più a fondo –mi senti Frank? Sei così stretto, cazzo…- ti manca il fiato. Gli lasci i capelli per appoggiare la mano sulla sua, per toccarlo, per sentirlo sotto le dita e lui si preme ancora di più contro di te, mostrandoti il collo nella speranza che tu lo morda, lo baci, qualsiasi cosa pur di sentirti ovunque e quando lo fai la sua bocca si spalanca in un urlo silenzioso, i suoi capelli ti si appiccicano al volto sudato, il suo odore è tutto ciò che riesci a sentire. Continui così per qualche spinta ancora, ma sei vicino, troppo vicino. Vorresti controllarti ma solo ora ti rendi conto per quanto hai aspettato questo momento, per quanto hai desiderato avere Frank in quel modo, e il ragazzo sotto di te è mille volte più sensuale, più abbandonato, di quanto non sia mai stato nelle tue fantasie. Frenetico cominci a muovere la mano più velocemente, a stringere appena un po', a sfiorare la punta col pollice ogni volta che torni su, mentre le spinte si fanno sempre più brevi e profonde. Frank fa scivolare via la mano da sotto la tua, comincia a giocare coi propri testicoli mentre il suo respiro è ormai irregolare e dopo qualche secondo semplicemente abbassa di più le dita, fino a percorrere i muscoli tesi e stretti attorno a te. Basta quello a farti perdere il controllo, basta sentire il suo tocco sul tuo uccello mentre scivoli appena fuori da lui, l’idea di ciò che sta facendo, il modo in cui si stringe disperatamente il labbro tra i denti, mordendo proprio lì, dove una volta c’era il piercing quando, forse per sbaglio o forse no, la punta dell’indice entra dentro di lui insieme al tuo sesso. Chiudi gli occhi, i denti affondati nella sua spalla, e accompagnato da un suo gemito vieni, totalmente perso, senza riuscire a prendere fiato mentre l’orgasmo più lungo che riesci a ricordare ti leva ogni energia. Continui a muoverti nel suo corpo, a spingere dentro e fuori ancora e ancora per prolungare il più possibile quel piacere che ti ha avvolto ormai del tutto, che ti ha tolto ogni capacità di pensare, e di colpo lo senti esplodere caldo e bagnato sotto alle dita mentre il suo corpo si inarca, mentre si contrae fino all’impossibile proiettandoti in un’altra spirale di piacere. Senti il suo gemito, quasi un urlo, come in lontananza, mentre ti muovi per l’ultima volta dentro di lui, sul suo sesso, e poi sfinito ti lasci andare, metà contro il divano, metà contro il suo corpo stanco.
Quando ti muovi di nuovo è solo per uscire lentamente e sfilarti il preservativo con una mano, incurante del casino. Lo arrotoli alla meno peggio e lo getti per terra, deciso a preoccupartene dopo, baci un’ultima volta la spalla segnata di Frank e poi ti lasci cadere sul divano, semisdraiato. È in quel momento che torna l’amico che conosci. Senza preoccuparsi di pulirsi, senza neppure finire di prendere fiato, ti salta addosso, accomodandosi su di te come fossi un cuscino
-Frank…- bofonchi sperando di suonare minaccioso o quanto meno credibile
-Ho bisogno d’affetto- risponde tranquillo
-Non te n’ho dato abbastanza?- Non sai perché stai cominciando una discussione simile dalla quale sicuramente uscirai perdente, probabilmente è la stanchezza, o l’alcool che ancora non hai smaltito. Si, sicuramente tutto ciò che è successo nell’ultima ora è colpa della birra.
-Quello era cazzo Bob, non affetto- ti fa una linguaccia –dai, lo so che hai un cuore e vuoi coccolarmi un po'-
-Voglio solo andare nel mio bunk e dormire fino a domani mattina-
-posso venire con te?- chiede mentre gioca coi tuoi capelli. Poco convinto gli sposti la mano con uno schiaffo
-No- ringhi sottovoce, eppure non sei così certo della tua risposta. Sai bene che non era solo una scopata, almeno da parte tua, e che non è stato semplicemente il piacere fisico a farti sentire in quel modo
-Penso che verrò lo stesso- gli schiaffeggi di nuovo la mano che ora sta giocando col tuo orecchino. Ti è steso sopra ed il suo peso è piacevole, rassicurante. È qualcosa a cui sei abituato, che ti fa sentire a casa anche quando sei dall’altra parte dell’Oceano. A malincuore ti tiri su, semplicemente perché gli altri potrebbero arrivare in qualsiasi momento e non vuoi farti trovare nudo e sporco abbracciato a Frank
-ti picchierò e butterò giù come ogni altra volta- Sorride mentre si pulisce distrattamente nella maglietta
-Stanotte non lo farai…so che in fondo vuoi dormire con me Bobby- lo guardi male mentre gli tiri addosso della crema e del disinfettante. È vero, ma non lo ammetteresti mai
-Non chiamarmi così se ci tieni alla pelle. Disinfettati il taglio e datti un po' di crema sul livido. Se si rovina quel bel faccino che piace tanto alle fan Gerard ha un attacco isterico- Frank annuisce, poi fissa gli occhi nei tuoi ed è in quel momento che vi dite tutto quello che a parole avete evitato. Non ti serve che ti dica altro per capire che neppure per lui è stata una scopata come tante.
-Vado a dormire Frank, guai a te se entri nel mio bunk- eppure mentre lo dici gli stai sorridendo e anche lui lo sta facendo. Sai che si infilerà nella tua cuccetta, sai che cercherai di mandarlo via, o almeno fingerai di farlo, e che finirai a trascorrere la notte con lui sdraiato sul tuo petto, magari a baciarlo pigramente mentre gioca coi tuoi capelli. Sai anche che non hai mai desiderato nulla così tanto in vita tua.