Date: 2007-11-07 09:53 am (UTC)
Ciao, intervengo in condivisione con quanto scrivi. Saltando i dovuti( e doverosi ma che ometterò per non allungarmi) preamboli: parità di diritti, rispetto etc che giudico sacrosanti rintego precisare tuttavia quanto molto dipenda dai gay stessi, non autolesionarsi e non autoscludersi, non dare addito ai facili attacchi, checce isteriche e/o esibizioniste( sono delle macchiette ma sanno essere irritanti) e senso eccessivo di vittimismo. Detto questo si può non condividere la scelta ma senza stigmatizzare.
Riguardo alla pubblicità della Toscani io credo produca un effetto opposto a quello prefissatosi: l' omosessualità non è una malattia ereditaria, non si nasce gay. La pubblicità in sé è socialmente e culturalmente brutta, moralmente inaccettabile, gratuita nell' effetto di scandalo perchè è questo che vuole ottenere. Scandalizzare, scioccare, reprimere. Chi si augurerebbe di avere un figlio gay? io non lo vorrei mai. Non è una campagna di sensibilizzazione ma di chiusura, si mette un punto. è così signori, gay si nasce non ci possiamo fare nulla. Crea sconcerto e difesa, diffidenza. L' essere gay è un percorso che si attraversa con difficoltà, rinuncia e dolore, associato alla vita, alla crescita, alla visione di noi stessi e degli altri, ad emozioni che proviamo ma che non ci possiamo portare dietro da quando veniamo al mondo. è una reazione al nostro stare in società, a ricevere, amalgamandoli, i più graduali stimoli, una diversa alchimia di sentimenti, non una malattia ne tanto meno una trasmissione genetica.
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